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GLI OTTO POLI EMOZIONALI SUPERFICIALI

LEZIONE 5 di  Marketing e Management 
A cura di Corrado Corradini presso l’Accademia Laba di Torbole

La PAROLA greca pathos  è il limite tra ciò che posso descrivere con il linguaggio e ciò che non posso definire a parole (il limite tra quello che sta sopra e quello che sta sotto). Solo ciò che è arte, come la grafica, può varcare il confine dove non vi sono PAROLE.

La comunicazione, schematicamente, parte dal pathos e sale.

I  vettori che fungono da strada in situazioni che possono essere psicologiche o meno; i vettori sono tre:

 

  1. Esistenza: il vettore indispensabile (sta sotto a tutto). Prima di ogni cosa bisogna esistere (esistenza intesa in senso ampio ad esempio: voglio avviare un progetto, infatti esiste l’idea nella mia mente), solo poi si parla di emozioni e tutto il resto.

  2.  

    Energia: senza energia NON accade nulla (è SOTTO al pathos), è necessario ma non indispensabile. Ci vuole l’energia per portare il mio progetto a concretizzarsi.

     

  3. Empatia: processo inconscio che mi spinge a gustare il brand, quel fattore emozionale che mi spinge a FARE/comprare qualcosa.

 

 

L’oggetto e il compratore esistono, c’è stata un’energia verso quell’oggetto e l’empatia mi spinge a comprare quell’oggetto (non c’è una razionalizzazione cosciente dell’impulso, compro senza sapere perché). Questo processo è governato da una SERIE di DRIVER, quello più basso è il Pathos (mondo di sensazioni che non riusciamo a definire) è un ambito dove le emozioni sono molto autorevoli, è l’inizio del mondo di esse, che governano l’impulso o il rifiuto all’acquisto. La pulsione che ci avvicina o ci allontana alle cose.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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